Il Recueil e le sue trasformazioni

[Italian translation by Gabriella Einaga]

In questa sezione dimostrerò come l’editore LeDucil attribuì il merito di compositore in modo sbagliato. La storia del Recueil e i recenti scritti accademici forniranno le prove della mia teoria.

L’11 novembre 1778, Ricci pubblicò un annuncio sul s-Gravenhaagsche Courant, il giornale dell’Aja, che il suo Recueil de connoissances elementaires pour le forte-piano [sic] “era disponibile tramite abbonamento al prezzo di sette centesimi olandesi dall’inizio dell’anno 1779”.24 Nella prima pagina egli scrisse un’introduzione dedicata ai Maîtres de Musique (Maestri di musica) dove nel paragrafo introduttivo specificò che lui era l’editore:

Lo stesso zelo che indirizza i vostri sforzi a guidare i vostri studenti mi ha spinto a seguire, con i miei, l’ordine che troverete in questo Recueil de Connaissances Elémentaires. Il successo che quest’opera mi ha sempre portato mi ha suggerito di pubblicarla e oso sperare che otterrà la vostra approvazione”.25

Le successive dieci pagine sono divise in dodici sezioni scritte, ognuna con un numero romano come intestazione e con la spiegazione di un elemento diverso di teoria musicale. La sezione V discute i diversi tempi con le selezioni musicali “N. 9”, “N. 10” e “N. 11” come esempi.

La sezione XI, “Il Complesso,” descrive le numerose e diverse forme che un pezzo musicale può prendere quale l’Allemande, il Minuetto, il Rondò e il Canone, che è una fuga continua con la prima voce, Guida, seguita dalla seconda, Presa. Tutte le successive ripetizioni della Guida sono indicate con una “*S”. Ricci scrive che “Le Canon noté dans la Vignette en bas du Frontispice peut en fournir l’Exemple” (Il canone scritto nella vignetta nella parte bassa della copertina offre un esempio). La copertina di questo CD ha la vignetta della quale sta parlando Ricci. È la copertina del Recueil pubblicata nel 1779. Le parole sono tratte dal verso 323 della Genesi nella Bibbia cattolica. “Non impedias musicam non non” (Non impedite la musica). Bisogna notare come le voci imitanti sono indicate con le .S. .S. .S. puntate.26

Dettaglio della vignetta sul frontespizio del Recueil originale pubblicato da F. P. Ricci nel 1779.
Dettaglio della vignetta sul frontespizio del Recueil originale pubblicato da F. P. Ricci nel 1779. L’immagine dell’intera pagina è la copertina della confezione di questo CD.

L’ultima pagina del Recueil è stata firmata da “F. P. Ricci A14” nella parte bassa a destra e da “A Stechwey,” l’incisore, nella parte bassa a sinistra. Il Recueil originale ha una parte di violino che deve aiutare l’insegnante a dirigere lo studente. Probabilmente Ricci accompagnò i propri studenti al violino.27

Si potrebbe pensare che Ricci, dichiarando nell’introduzione che aveva pubblicato il Recueil e firmando l’ultima pagina con un testimone (Stechwey), stava proteggendo sufficientemente il suo Recueil dalla violazione del diritto d’autore.28 Non è stato invece così, perché nel 1786, sei anni dopo il ritorno di Ricci in Italia, una nuova edizione del suo Recueil venne pubblicata a Parigi. Venne incisa nuovamente nel tentativo di copiare l’originale ma con un nuovo titolo: Methode ou Recueil de Connaissances Elementaires pour le Forte-Piano ou Clavecin. La parte di violino, il discorso rivolto agli insegnanti di musica e soprattutto la vignetta vennero eliminati ma una nuova “Seconde Partie” e il nuovo nome di un compositore,“J. C. Bach”, vennero aggiunti.29 Questi cambiamenti causarono molta confusione tra i futuri musicologi.

Title page from Methode ou Recueil
Il fatto che non esiste un’immagine della vignetta sul frontespizio del “Methode ou Recueil” pubblicato nel 1786 e che questo “Methode” copia le note di Ricci sulla vignetta nelle sue note, conferma che il “Methode” di LeDuc è una copia del Recueil di Ricci uscito nel 1779.

Goodwin Sammel, un famoso musicista, studioso e insegnante di Berkeley, ha svolto una ricerca sul Recueil di Ricci per molti anni. Agli inizi del 2011 mi ha presentato la prova finale che l’edizione LeDuc è una copia della pubblicazione di Ricci: discutendo il Canone, lo scrittore LeDuc copia la sezione XI di Ricci riferendosi a “Le Canon noté dans la Vignette en bas du Frontispice…” ma dimentica la vignetta della copertina alla quale si sta riferendo.30

Le moderne pubblicazioni usano come loro fonte le parti tratte dall’edizione con l’errore di attribuzione di LeDuc. I numerosi errori presenti in questa edizione sono arrivati a noi nel corso dei secoli. È stato grazie alla raccolta di brani elementari per pianoforte, che per la prima volta ho ascoltato questa bellissima musica con quasi tutti i pezzi erroneamente attribuiti a J. C. Bach. La prima volta che ascoltai questa musica, pensai anch’io che fosse stata composta da lui.

Annunciai felice questa mia scoperta durante il recital degli studenti. “No, il compositore di questi bellissimi brani non è Bach ma il figlio più giovane”. L’incredibile “N. 69 Toccata” è un pezzo unico. La sua struttura è facile da capire, un vero studente può sentirsi un pianista per la prima volta.

Mi sono sentita sempre più attratta da questa musica e ben presto ho scoperto un set di quattro volumi con tutti i cento brani: Introduzione al pianoforte, il Metodo o la Raccolta di studi elementari per il fortepiano o il clavicembalo, composti da J. C. Bach e F. P. Ricci, pubblicati da Beatrice Erdely. Ho condiviso la musica con i miei amici, regalato dei libri e ne ho prestati altri. Era come se volessi suonare solo la musica del Metodo di Bach-Ricci pubblicato da Erdely e quindi mi sono lanciata avanti e indietro da un brano all’altro. In seguito scoprii il N. 89 “Siciliana”. Fu una rivelazione che aumentò il mio interesse. Questa musica, attribuita a Christian Bach, era davvero incredibile. Anche la storia della sua vita era molto interessante e il suo ritratto, dipinto da Thomas Gainsborough, era indimenticabile e quindi mi recai in biblioteca per prendere in prestito tutti i libri disponibili che parlavano di lui. La sua musica mi sembrava bella ma diversa dai pezzi nel Metodo. Non importa. Nella sua introduzione al set di quattro volumi, Beatrice Erdely scrisse: “Non ci sono molti dubbi che la maggioranza dei pezzi, se non tutti, sono stati creati dalla sua penna”.31

Altre ricerche mi portarono alla biblioteca Bellis della San Francisco State University. Tra i suoi tesori ci sono delle copie della musica da camera di Francesco Pasquale Ricci. Quanta gioia ho provato a suonare quei brani sul fortepiano Clementi della biblioteca. Decisi quindi di studiare seriamente tutto il metodo ed era arrivato il momento di usare un’edizione del manoscritto. Ordinai una copia pubblicata da Minkoff di Ginevra,32 ed un’altra copia della Paideia Editrice di Brescia, Italia.33 Alla fine sono risultate uguali e avevano usato entrambe come loro fonte la pubblicazione LeDuc di Parigi. L’edizione italiana aveva un’altra introduzione nella quale venivano attribuiti più brani a Ricci. Nel frattempo, trovai difficile leggere il manoscritto e quindi continuai a usare l’Erdely. Ormai stavo preparando la musica da incidere con il pianista William Corbett-Jones, Professore di musica della San Francisco State University.

Attorno al 2007 Goodwin Sammel m’indirizzò verso un’altra edizione, pubblicata nei Paesi Passi. Egli preparò un microfilm di alcune sue pagine. Mi disse che c’era anche una parte di violino e che il compositore era F. P. Ricci e non J. C. Bach. Queste constatazioni erano preoccupanti, ma non potevo far altro che concordare riguardo all’ultima pagina che riportava “F. P. Ricci A 14” nell’angolo inferiore a destra.34 Poi Goodwin mi diede alcune pagine di musica con note in penna rossa che riportavano i numerosi errori nel LeDuc. Alcuni di questi, con mio sgomento, erano già stati incisi per questo CD. Il “N. 49” conteneva un errore particolarmente piacevole che regalava al brano un suono da “20° secolo” nella misura nove.

Goodwin mi stava dando notizie traumatiche. Stavo capendo che il compositore del Metodo era un altro. Volevo trovare la prova che J. C. Bach aveva scritto almeno alcuni brani e quindi mi recai alla Biblioteca della Musica della University of California per studiare il Catalogo tematico, volume 48 della Raccolta di opere di Christian Bach del suo principale conoscitore, il defunto Ernest Warburton. Un pomeriggio, esaminando attentamente i temi, non trovai nessun brano del Recueil ad eccezione del “N.89” e quello venne attribuito a F. P. Ricci, non a Bach. Warburton consigliò al lettore “Work Group Y: Falsely Attributed Works” (Gruppo di lavoro: le opere erroneamente attribuite).

Con riferimento al Methode ou Recueil De Connaissances Elementaires di LeDuc, egli scrisse:

“L’intervallo di almeno tre anni tra la morte di J. C. B. (1782) e la probabile data di pubblicazione (1785) chiaramente fa dubitare dell’attribuzione.

La presenza di Exemple nebst 18 Probestucken in 6 Sonaten zu C. P. E. Bachs Versuch di CPEB… senza l’attribuzione, nella seconda parte riduce ulteriormente la sua credibilità…Probabilmente J. C. B. non ha avuto nulla a che vedere con questa pubblicazione.

Gli editori delle copie e le edizioni moderne apparentemente non erano a conoscenza che almeno una pubblicazione conteneva una parte con accompagnamento di violino”.35

Questa dichiarazione di Warburton fu sufficiente per motivarmi e prendere in prestito il microfilm di Goodwin Sammel sul “Recueil de Connaissances Elementaires pour le Forte-piano di F. P. Ricci,” ed andare alla Biblioteca pubblica di Berkeley dove è disponibile un’incredibile macchina che ha trasformato il microfilm in incredibili pagine di musica. Una leggera pulizia ha rivelato una partitura di musica elegante che era più facile da leggere rispetto alla copia di LeDuc. La musica era la stessa ma l’edizione di Ricci presentava numerose differenze.

Last page of The Recueil
The last of the Recueil. The signature of the engraver, A. Stechwey, is on the left, and F. P. Ricci’s on the right.

Gli ornamenti nel “N. 72” e “N. 89,” ad esempio, erano molto più belli in quelli di Ricci. Ci sono molte legature sbagliate e note non giuste nel LeDuc, ad esempio nel “N. 42” “N. 43” e “N. 97” tra le altre cose. Tutti gli errori sono stati debitamente copiati nelle edizioni successive e quindi era arrivato il momento di apportare un cambiamento totale all’edizione di Ricci. Tuttavia rimanevano ancora delle domande senza risposta.

Se Johann Christian Bach non ebbe niente a che vedere con la pubblicazione di LeDuc, chi decise di attribuirla erroneamente a lui? Fu un’idea di Ricci di mettere il nome “J. C. Bach” sulla copertina? Dopotutto, tutti gli studenti di Ricci avevano concluso che lui era un ottimo uomo d’affari e che il nome “Bach” era commercialmente utile. Durante i loro viaggi musicali, i due compositori diventarono probabilmente amici. Forse Bach disse a Ricci, durante una festa a Londra: “Ehi Francesco, ho alcune selezioni per il tuo nuovo libro”. Il “N. 62” mi ricorda la musica di J. S. Bach, suo padre. Come ha potuto un compositore sconosciuto quale Francesco Pasquale Ricci scrivere un pezzo così bello?

Nel 1786, quando l’edizione LeDuc venne pubblicata per la prima volta, la Francia era circondata dal disordine a causa dell’avvicinarsi della rivoluzione. Ricci tornò in Italia nel 1780. A quel tempo, le Alpi erano probabilmente la principale barriera per le comunicazioni. Ricci era mai stato a conoscenza della nuova edizione francese? D’altro canto, nella sua lettera del 1783, Josina van Boetzelaer aveva informato Ricci che Anton Stechwey, l‘incisore del Recueil, era stato mandato in esilio dalla Repubblica Olandese perché aveva aiutato a stampare un opuscolo contro i sostenitori di Orange.36 Ricci dovette ripubblicare il Recueil? Non sembra, perché nel 1786 erano disponibili ancora undici copie presso la compagnia musicale Artaria di Vienna.37 Ci si deve porre più domande.

“Ricci avrebbe permesso la pubblicazione del suo Recueil senza la sua parte (violino), senza la sua introduzione ai colleghi insegnanti di musica e soprattutto, senza la vignetta e il Canone? Lui era un sacerdote ordinato. Avrebbe permesso che la citazione tratta dalla Bibbia “Non proibite la musica” venisse tolta dalla copertina? Queste prove portano all’inevitabile conclusione che Francesco Pasquale Ricci è il solo compositore del Recueil.

L’edizione di Ricci è molto più bella di quella di LeDuc. Voglio che venga usata dai miei studenti come fonte e quindi la copertina di questo CD è tratta dalla copertina del Recueil de Connaissances Elementaires pour le Forte-piano. Mi auguro che i musicologi studieranno questa materia in modo approfondito e che arrivino alla mia stessa conclusione, e una volta arrivati alla stessa conclusione, senza nessun ritardo, un’edizione facsimile del manoscritto originale del Recueil 1779 venga pubblicato e che F. P. Ricci ottenga il riconoscimento di essere il compositore di questa musica meravigliosa.

— Harriet St. Clair Jones

See “Francesco Pasquale Ricci—Un insegnante di musica illuminato”

NOTE

24. Helen Metzelaar, “Mon cher ami” Nota a piè di pagina n. 91, pag. 116.

25. Francesco Pasquale Ricci, Recueil de Connaissances Elementaires pour le Forte-piano, 1779. È possibile ordinare il microfilm completo o la copia del Recueil con la parte di violino a:

Nederlands Muziek Instituut
Postbus 90407
2509 LK Den Haag
Telefono +31 (0)70-3140704
www.nederlandsmuziekinstituut.nl

26. F. P. Ricci, Recueil, frontispizio, pagg. 2–10 Sezione senza titolo con esempi musicali.

27. Ibid, pag. 45. Figura nell’ultima pagina del presente opuscolo.

28. H. Metzelaar, From Private to Public Spheres, pag. 122.

29. J. C. Bach et F. P. Ricci, Methode ou Recueil de Connoissances Elementaires pour le Forte-Piano ou Clavecin, LeDuc 1786, Parigi. Le note di LeDuc discutono la vignetta del frontespizio ma è evidente che il frontespizio non riporta nessuna vignetta (nota a piè di pagina).

30. Goodwin Sammel, Personale discussione, 2, Gennaio, 2011. Anche con altro Insegnante, 2008.

31. Introduzione al Metodo o alla Raccolta di studi elementari per fortepiano o clavicembalo. Composto da J. C. Bach e F. P. Ricci. Redatto da Beatrice Erdely. Pubblicato da Novello, Cat. N. 01-0299–01-0302. Quattro volumi, 1987.

32. J. C. Bach et F. P. Ricci, Methode ou Recueil de Connoissances Elementaires…, Edizioni Minkoff, Ginevra, 1974.

33. J. Ch. Bach e F. P. Ricci, Metodo per il Forte-piano o Clavicembalo, Paideia Editrice, Brescia, Italia, 1986.

34. La retrocopertina di questo CD è una fotocopia della parte inferiore del Recueil di F. P. Ricci.

35. The Collected Works of J. C. Bach, Vol. 48, Thematic Catalogue, by Ernest Warburton. Garland Pub., Inc. New York and London, 1999, pag. 453 e pag. 605.

36. Helen Metzelaar, “Mon cher ami”, Nota a pie di pagina n. 53, pag. 105.

37. Ibid., pag. 119.